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Comunita' Educative

 
 

OGNUNO SI ASSUMA LE PROPRIE RESPONSABILITA'  ( G.B. CAMERINI )

Al di la' delle sterili e fuorvianti polemiche sulla alienazione, si sta ponendo un problema decisamente serio. Ci troviamo sempre piu' spesso di fronte a bambini, anche piccoli (sei-sette anni), che si rifiutano di incontrare e di vedere un genitore (piu' spesso il padre, non infrequentemente la madre) senza che il genitore in questione abbia fatto nulla di cosi' grave per giustificarlo. Cio' che piu' colpisce e' che il rifiuto e' il piu' delle volte accompagnato da frasi ed espressioni dure, dispregiative e insultanti, financo crudeli : mi fai schifo, non voglio mai piu' vederti, sei un fallito, sei una p*****a. Addirittura auguri di morte. Fino a una ventina di anni fa questo sarebbe stato semplicemente inconcepibile : i rapporti genitori figli conoscevano e riconoscevano certe regole di base, in primis il rispetto, l'obbedienza e il senso del limite. La risposta sarebbe probabilmente stata: come ti permetti, fila a letto e vergognati. Tutto e' cambiato . L'ascolto del minore e' un diritto riconosciuto e inalienabile, la funzione normativa e' in caduta libera nella misura in cui si rifugge dall'autoritarismo, pero' stiamo attenti. Ascoltare un bambino non vuol dire mettersi al suo servizio ed alimentare i suoi sentimenti di onnipotenza: questo non e' il suo bene. Si rischia di creare una moltitudine di disadattati, prigionieri del proprio narcisismo, incapaci da adulti di sopportare una frustrazione ed una regola non gradita. Questi sono gli effetti della moltiplicazione dei conflitti familiari e del coinvolgimento dei figli. Recentemente, come ctu, a fronte di una ragazzina di 13 anni che si rifiutava di andare dalla madre ho proposto un accordo per un incontro pomeridiano alla settimana. Quando il padre mi ha chiesto : e se non ci vuole andare ?... gli ho risposto, sorridendo : ce la porta, tirandola se necessario per le orecchie. Ognuno si assuma le sue responsabilita'.